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Dopo anni tra Italia e Germania in rapporto circa di 4 a 3 (ironia matematico-calcistica) ho ben pensato di sparigliare e trasferirmi in Grecia, ad Atene, dove ora mi trovo.

Andare per uffici pubblici ad Atene – Parte seconda

Conclusasi quindi in maniera piacevolmente imprevista e rapida la missione per l’AMKA e l’AFM, ora mi aspettava il temibile ufficio per l’impiego di Atene, all’ angolo tra Stadiou e Emmanouil Benakis, a due passi dalla Place de la Concorde greca…Omonia (due interessanti versioni omonime, ma diametralmente opposte di Piazza della Concordia. Io del resto ancora associo alla parola concordia per prima cosa una squadra di calcio locale di Verona, dalle divisa completamente viola).

Il secondo giorno, avevo deciso, sarebbe cominciato alle 8.00 spaccate; questa volta volevo -e potevo- andare da solo ad affrontare questa Chimera statale; l’unico ostacolo tra me e il mio fermo proposito sarebbe stata solo la mia atavica propensione ad ignorare la sveglia (o, più onestamente, le molte sveglie). Ma non è successo. Il martedi mattina, controllati i documenti e dopo aver verificato di averli con me, come da programma mi sono recato all´OAED. Alle 8.03, con soli quindi 3 minuti di ritardo, ero dentro! La prima azione ovviamente è stata la ricerca della macchina emetti-numero-di-attesa-si-segga-e-aspetti-il-proprio-turno-seduto-se-trova-posto-ma-non-si-allontani-perchè-chi-va-arrosto–perde-il-posto: 17, per la tombola napoletana “A Disgrazia”…un buon inizio.

A disgrazia, ma solo per la tombola e per gli scaramantici

A disgrazia, ma solo per la tombola e per gli scaramantici

Ma cabala e superstizione a parte, di nuovo, la prima verifica da fare era la distanza dal numero servito in quel momento: il 2. Sarebbe potuto essere peggio. Nell’ora a seguire poi ho avuto la dimostrazione diretta della vacuità della media statistica: il due è rimasto tale per almeno 40 minuti, dopodichè hanno aperto diversi altri sportelli e molti numeri non hanno risposto alla chiamata dando infine origine ad un conto alla rovescia (nelle intenzioni, non nei fatti) dal 9 al 17…toccava a me.

Preparatomi l’ esordio come un oratore romano e ripetuta come un mantra il suo incipit che recitava,tradotto, così: “vorrei iscrivermi all’ OAED; arrivo dalla Germania e ho il modulo U2 compilato per continuare ad avere diritto alla idennità di disoccupazione; qui c’è il modulo U2, l’ AMKA, l’AFM e la sempre simpatica Υπεύθυνη δήλωση e la mia carta di identità”. Sono stato prontamente e bruscamente fermato al modulo U2 con un ritmico ti einai afto? poios sas eipe na’rtheis edw? den mporw na sas kanw thn karta anergeias, giati eiste edw? (ovvero: e questo cos’è? chi le ha detto di venire qui? Non posso farle la carta di disoccupazione, perchè è qua?)

Un hattrick puro, un climax di domande a cui non ero preparato, ma almeno lo avevo capito! Non era però ancora il momento di godere delle mie modeste conoscenze del greco, dovevo infatti replicare subito. Mi sentivo con la pressione di giustificare la mia presenza all’ impiegata da una parte e con quella degli altri astanti, con numeri che superavano già il 50, dall’altra.

Mantenendo la calma e cercando di sfoderare un sorriso accondiscendente, le ho detto più lentamente che mi avevano informato già in Germania ed era scritto anche sul sito dell’OAED che avrei dovuto  iscrivermi esattamente lì essendo l’ U2 un documento europeo. A questa stoccata, “evropaiko”, l’impiegata ha incassato e si è arresa, ma come Enrico Toti, non prima di gettare anche le stampelle. Mi ha detto infatti che avrebbe chiesto al superiore, ma che secondo lei continuavo ad aver sbagliato ufficio.
Al telefono il superiore doveva averle detto di salire da lui poichè l’impiegata mi ha fatto cenno di seguirla. Saliti, lì di fronte al superiore, abbiamo avuto entrambi la conferma che avevo ragione io.

Tornati alla posizione di partenza, l’impiegata ha cominciato quindi ha completare la pratica non senza però commentare continuamente e sommessamente, come un rosario nel mese della Madonna,  come lei non fosse informata e come fosse suo compito filtrare, non poteva iscrivere chiunque! Un sorriso ebete, il mio, e il silenzio in assenso dovevano averla appunto istigata a reiterare la sua scusa. Sicuramente, voleva farmi capire, non c’era maldisposizione, solo non era stata informata…Il seguito è stato poi una facezia. Mi hanno fatto salire dall’impiegata in carico dei moduli U2, ne ha preso atto e ha confermato il tutto; quindi, dopo avermi garantito che avrebbe informato i colleghi tedeschi, in men che non si dica, alle 10.33 ero già fuori dall’ OAED e allo stesso tempo, avevo già esplicato tutte le (prime) necessarie pratiche burocratiche: OPA!

La gentilezza e l'amore non hanno nè nazione nè colore.

La gentilezza e l’amore non hanno nè nazione nè colore.

Andare per uffici pubblici ad Atene – Parte prima

Esiste una mitologia piuttosto ricca e un’anedottica sconfinata sulla burocrazia in quanto tale; indipendentemente dal paese in cui ci si trova. Esiste a sua volta una quantità enorme di pregiudizi sulle macchine statali e le rispettive disfunzioni dei paesi mediterranei, specialmente (rispetto alle mie esperienze) per l’Italia e per la Grecia. Persino l’apparato statale tedesco non manca, tra i suoi stessi cittadini, di una fama sinistra ed ostile. E sicuramente c’è del vero in ognuna di queste costellazioni e ovviamente anch’io sono foriero di pregiudizi e preconcetti in questa direzione.

Partendo da questa considerazione, è perciò facile immaginare quali fossero le mie aspettative di fronte alla prospettiva obbligata di dover iscrivermi all’ OAED, l’ufficio di collocamento greco, ovvero le stesse del mulo da frantoio, appena finita la fase della raccolta delle olive: pazientare e camminare in tondo e a testa bassa, queste le parole d’ordine.
Un mulo però, nonostante non goda di fama particolarmente brillante, è un animale intelligente, per cui anch’io – per l’occasione mulo, come un triestino- ho deciso di arrivare preparato alla tenzone con i famigerati impiegati pubblici ellenici, i veri ed unici colpevoli dello sfascio economico della Grecia e dell’ Europa (inutile sottolineare la vena sarcastica dell’ultima affermazione) e di informarmi anticipatamente (sento già in sottofondo lo stupore cavernicolo di un “oooooooh” prolungato).

BREVE EXCURSUS TECNICO

Vale  però la pena di circostanziare ora, prima di continuare, quale fosse la mia intenzione finale e quale la motivazione si nascondesse dietro alla necessità di iscrivermi al centro per l’impiego greco: il trasferimento della idennità di disoccupazione dello stato tedesco in Grecia.
Detto così suona bizzarro, ma si tratta di un poco noto (ma nemmeno sconosciuto) diritto europeo: qualora infatti si abbia diritto nello stato in cui si sono versati i contributi regolarmente e per almeno 12 mesi (o 24? non ricordo, dal momento che li pagavo da oltre 6 anni), sussiste la possibilità legale e riconosciuta di incassarli in un altro paese europeo (facente parte della EU) ove si desideri cercare lavoro, per una durata di 3 mesi (talvolta con la possibilità di estendere questa per ulteriori 3 mesi). A tal fine sono necessarie, in estrema sintesi, due operazioni: la prima quella di ottenere dall’ufficio per l’impiego (nel caso tedesco dall’ Arbeitsamt/Jobcenter) il modulo europeo PD U2; la seconda è invece l’iscrizione -presentando il modulo PD U2 citato poc’anzi-al centro per l’impiego del paese in cui si intenda cercare lavoro entro 6 giorni lavorativi. Il secondo ufficio dovrà infine comunicare al primo del successo di tale operazione; fatto ciò, contenti tutti, e l’idennità di disoccupazione dovrebbe (al momento non posso non usare ancora il condizionale) essere pagata regolarmente (su questo tema ritornerò più dettagliatamente; vuoi mai che non possa aiutare qualcuno alla ricerca di informazioni).

FINE EXCURSUS TECNICO

Ma dicevo che talvolta la preparazione, più della fortuna, aiuta gli audaci; questo almeno per quel che riguarda la burocrazia…ergo ho fatto quello che un mentecatto qualsiasi al giorno d’oggi farebbe: ho cercato su un motore di ricerca molto conosciuto sotto un nome stupido di 6 lettere (11 verticale, Gigi Riva…questa è arzigogolatissima, fuori contesto e per esperti di vacua tuttologia: clicca qui per la soluzione).
E chi cerca, prima di trovare, ha il bisogno di trovare. Quindi ho cercato a lungo e, alla fine, qualcosa è saltato fuori: http://ow.ly/4n05Hw ; da questa pagina informativa nascosta nei meandri di uno dei milioni di siti ufficiali dell’Unione Europea o di qualche sua branchia ho dedotto che mi servivano pertanto due documenti prima di affrontare il centro per l’impiego di Atene: l’ΑΦΜ (A Fi Mi,ovvero l’equivalente del codice fiscale) e l’ AMKA (quello che dovrebbe essere il numero di previdenza sociale, tipo una matricola INPS).
E ancora una volta la ricerca ha portato i suoi frutti:
http://ow.ly/4n0cjF , ovvvero come fare l’ΑΦΜ (in inglese, (notare il nome del sito ;))
http://ow.ly/4n0cw9 ovvero come fare l’ AMKA (in inglese, dal sito ufficiale greco)

Dati quindi i pregiudizi di cui sopra e calcolando tempi biblici, ho pianificato la tenzone burocratica su due giorni. Il primo lo avrei dedicato a AFM e AMKA e il secondo, nella sua interezza almeno, all’ OAED…

Il primo giorno: AMKA e AFM

Il primo giorno sarebbe stato il lunedì; alcuni amici greci, prospettandomi il lunedi come il giorno peggiore per andare per uffici pubblici ad Atene, mi hanno convinto a cominciare le visite il prima possibile. Avevo deciso: alle 8.00, spaccando il minuto, sarei andato al KEP (Uffico del cittadino di quartiere). Non avevo tuttavia calcolato il fatto che mi sarebbe servita una dichiarazione giurata ( detta semplicemente Υπεύθυνη δήλωση, spesso nota come Ipeuthynh Dhlwsh o altrimenti amichevolmente chiamata Ipefthini Dilosi) che confermasse il mio domicilio e questa la poteva fare solo la mia coinquilina, Argyro, intestataria della casa in cui sono ospite per i primi mesi. L’ orario scelto da me sarebbe stato quindi un po’ ingiusto per lei; non aveva infatti riposato nel finesettimana ma aveva partecipato ad un laboratorio intensivo. Accordatici per le 9.30, quello alzatosi in ritardo sono stato poi io: …. (4 lettere, verticale; in bocca ad ogni veneto e in testa a tutti gli altri).

Fortunatamente il KEP si trova però a due passi da casa e verso le 10.00, dopo aver comprato i moduli prestampati per la simpatica Υπεύθυνη δήλωση e, non sapendo nè leggere nè scrivere, dopo aver fatto anche un paio di fotocopie della carta di identità, siamo arrivati alla fonte di ogni attesa, alla macchina emetti-numero-di-attesa-si-segga-e-aspetti-il-proprio-turno-seduto-se-trova-posto-ma-non-si-allontani-perchè-chi-va-arrosto–perde-il-posto: era il 37.

'O Monaco (il frate), per la tombola napoletana

‘O Monaco (il frate), per la tombola napoletana.

Ma il numero dice poco se non confrontato con quello servito in quel momento. E la prima sorpresa fu proprio quella: era il 34 e mancavano solo 3 numeri al nostro turno. Neanche il tempo di dire che volevo registrarmi per l’AMKA, consegnare il documento di identità, e il solerte impiegato già aveva stampato il foglio col numero AMKA e un biglietto con scritto l’indirizzo per l’AFM, poco distante, a Pangrati, solo 20 minuti a piedi.
E allora, PAME! (andiamo, in greco)

Arrivati al secondo ufficio, un uomo venutoci incontro ci ha chiesto qual buon vento ci portasse da lui. Col mio greco, ancora semplice ma evidentemente comprensibile, gli ho spiegato che necessitavo dell’AFM. Sorpreso dal fatto che non lo avessi già, ho continuato spiegandogli che venivo dall’estero e mi ero appena trasferito. Alla sua domanda da dove venissi, ho risposto che venivo dalla Germania (pronunciato Ghermanìa). All’impiegato la mia provenienza non doveva aver risvegliato proprio un senso di curiosità; tornato infatti alla scrivania, senza guardarmi e senza troppe spiegazioni mi ha allungato un foglio, il modulo M1, da compilare. Il nome e i dati personali in caratteri latini, il resto in caratteri greci. Una faccenda da pochi minuti, ma abbastanza per creare una microcoda di tre persone, le quali per niente intimorite dalla mia presenza facevano comunque domande di ogni genere e per cui ero troppo impegnato per capirle.

Compilato e consegnato il modulo, la svolta.

Arrivato alla casella dove indicavo il paese di nascita, l’impiegato dopo aver letto ITALIA, si era trasformato. Non solo mi parlava in italiano (corretto e spedito), ma giustamente mi sottoponeva immediatamente ad un test di italianità su una materia universale: il calcio.

Dopo avermi chiesto perchè l’ Hellas Verona portasse seco il nome della Grecia (un assist per il più semplici dei gol), mi ha chiesto quali fossero i rappresentanti della legione ellenica a Roma (Manolas, Torosidis! E l’anno scorso? Pure Holebas!) a Udine (Karnezeis e Kone, ora però alla Fiorentina), a Verona (Moras) e al Genoa (Tachtsidis). Per fare un po’ di accademia gli ho pure snocciolato Lazaros Christodoulopoulos (ora alla Sampdoria) e, varcando i confini, Sokratis Papastathopoulos del Borussia Dortmund e Kyriakos Papadopoulos dello Schalke 04; ma a quel punto l’interesse da parte dell’impiegato era scemato; probabilmente anche per il fatto che nel frattempo, attorno a noi, dalle tre persone si era ora formato un capannello di gente che, quasi fosse il coro degli schiavi del Nabucco, intonava un “Va’ Pensiero” di differenti richieste in un continuo crescendo…concluso imperiosamente da un sonoro TIMBRO: la mia AFM pronta e bollata!

La prima parte era completata. E non erano nemmeno le 11.00. Ma il vero scoglio, lo ripetevano tutti, sarebbe stato l’ OAED. Lo avrei affrontato il giorno successivo…

[continua…]

 

Ritorno ad Atene. Per la seconda volta, o Neos Kosmos.

La prima volta che venni ad Atene per rimanervi stabilmente per qualche mese fu lo scorso anno, la settimana dopo la prima elezione di Alexis Tsipras a capo dell’ allora primo governo Syriza.

Era il Febbraio del 2015. I mesi successivi furono mesi carichi di speranze ed attese per i Greci e la Grecia in prima linea, ma anche per molti altri paesi europei e per molte altre realtà politiche della sinistra continentale. In tanti si aspettavano allora un cambiamento di rotta immediato e, per il futuro, un cambiamento generale di tendenza. Poi arrivò la seconda settimana di Luglio, quella successiva alla vittoria ancora ebbra del NO al Referendum del 5 Luglio e la stessa che, come un improvviso sciame di locuste, mise fine a quel giovane e fresco verde di speranza e riportò la Grecia e l’ Europa alla dura e spigolosa aridità dei fatti e ribadì violentemente i rapporti di forza e dipendenza economica. Da lì a poco il primo governo Tsipras cadde, Syriza perse alcuni dei suoi pezzi lasciando spazio alla disillusione degli elettori, dei sostenitori e, come nelle migliori famiglie, ad accuse e a separazioni.

Da questa aridità fu colpito anche questo blog (…passaggio ardito, ne convengo) e la da poco rinvigorita fiamma per la politica tornò ad essere brace (coperta?).  Insomma in soldoni smisi di scrivere della situazione politica e nel frattempo sono passati oltre otto mesi.

In questo lasso di tempo, sono tornato a Berlino e da lì ho preparato il mio ritorno ad Atene. Per la seconda volta quindi, o Neos Kosmos. Anche per il blog.

Ed anche per questa volta la regolarità non è data, ma solo ambita. Quindi, à là Pappalardò, ricominciamo!

FOR ENGLISH SPEAKERS: I am back in Athens (but I am still writing most of the time in Italian).

AUF DEUTSCH: Es ist etwas wahrscheinlicher, dass ich mal ab und zu auf Deutsch schreiben werde, aber die Zusammenfassung ist ähnlich wie auf Englisch. Ich bin wieder in Athen.

Athens from the airplane

La zona di Agios Dimitros; l´aereo era troppo veloce e i miei riflessi lenti, quindi non sono riuscito a fotografare qualcuno dei simboli facilmente riconoscibili. Ma le foto aeree hanno sempre la loro efficacia.

OXI – NEIN – NO

Dall´ultima nota di questo Blog sono trascorsi piú di tre mesi (avevo annunciato che né puntualitá né regolaritá avrebbero contraddistinto questa pagina…) e concludevo esprimendo l’ incertezza per quanto sarebbe seguito da lì in poi.

Ebbene in questo periodo abbiamo visto solamente un costante allarmismo da parte delle Istituzioni in occasione di ogni scadenza di pagamento, un susseguirsi di date cruciali, di annunci da ogni direzione e via discorrendo, fino alla fine di Giugno.

Allora, quando tutti oramai pensavano ad una capitolazione davanti alla scadenza ultima, ovvero la fine del piano di “aiuti” della UE (il topolino partorito dagli estenuanti confronti di Febbraio) e l’insormontabile rate da pagare al Fondo Monetario Internazionale, il governo Tsipras ha sorpreso tutti mantenendo solamente il proprio impegno elettorale: non essendo riuscito ad ottenere un accordo in linea con una strategia completamente diversa da quella degli ultimi 5 anni dei suoi predecessori, ovvero con la fine delle inutili e dannose misure di austerità comprovate da tutti (da ultimo anche dai loro promotori…http://www.theguardian.com/business/2015/jun/30/greek-debt-troika-analysis-says-significant-concessions-still-needed), ha indotto un referendum popolare, sull’ultimo accordo messo sul tavolo dalle Istituzioni.

Un breve excursus sul Referendum e sulla sua importanza come strumento democratico: è solo il secondo Referendum in Grecia dalla fine del Regime dei Colonnelli (1974), dopo il primo appunto nel Dicembre 1974 sulla scelta tra Repubblica e Monarchia. Giusto per sottolineare che non è uno strumento abusato come in Italia (dal 1974 ad oggi, oltre 60 Referendum…).

Perchè questa mossa? Probabilmente per diverse ragioni: per sottolineare che il governo sta agendo in nome del mandato democratico ottenuto con la vittoria alle elezioni, per rafforzare un poco la debole posizione contrattuale a Bruxelles e per avere una legittimazione da parte dei Greci. Una scelta quindi, a mio parere, onesta, giusta ed opportuna.

La reazione della controparte è stata invece esplosiva. La Germania ha interrotto ogni discorso fino al risultato del referendum, l’Eurogroup ha rifiutato un prolungamento di una settimana degli aiuti per far svolgere in relativa tranquillità il referendum, la BCE ha limitato in maniera arbitraria il sostegno alle banche elleniche (vedasi la risposta dell’ economista Zingales data al Fatto Quotidiano sull’ “egemonia della BCE”) , di fatto costringendo le banche a chiudere e accrescere il panico tra i Greci (tutto sommato un panico “tranquillo” ancora), i grandi (anzi, potenti) editori greci di giornali, radio e televisioni hanno  sguinzagliato la peggior campagna propagandista (nemmeno mascherata) con servizi tendenziosi e solo a favore del SI, usando immagini drammatiche di passati terremoti e crisi di altri paesi, fino ad inventarsi sondaggi, ripresi senza troppe domande poi dai media internazionali.

Insomma, Tsipras li ha fatti incazzare o, meglio, spaventare.

foto 2

dalla manifestazione per l'OXI, per dati certo chiedere alla Questura...

dalla manifestazione per l’OXI, per dati certi chiedere alla Questura…

per una panoramica sulla manifestazione:

Perchè non è il debito il problema principale (vedasi articolo precedentemente citato sul FMI) ma un governo di sinistra che prova giustamente ad essere sovrano, legittimato democraticamente in maniera inequivocabile, nel porre fine a misure gravi e dannose comprovate, quali quelle degli ultimi cinque anni. E con lui il precedente che un tale governo potrebbe rappresentare per gli altri paesi in crisi e prossimi alle elezioni (vedasi in primis alla voce Spagna in Dicembre 2015).

Ma altri lo dicono meglio e con un’autorevolezza nemmeno paragonabile; si vedano i rimandi e i link nel seguente articolo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/01/grexit-krugman-e-stiglitz-danno-la-colpa-alleuropa-della-troika-non-ai-greci/1831914/

Il paradosso è inoltre che ovunque in Europa ed in Grecia (riferemdomi qui ai Mass Media ellenici ed a quegli stessi politici che sono stati in carica negli ultimi 40 anni) si stia cercando di far passare questo governo in carica da nemmeno 6 mesi ed in pratica da allora senza portafoglio per i responsabili della crisi greca, e appunto della politica degli ultimi 40 anni.

Il tema è lungo e sfaccettato e queste sono solo alcune delle riflessioni spontanee e nervose dopo la manifestazione per il NO di ieri sera in Piazza Syntagma. L’atmosfera era incredibile: decine di migliaia di persone di ogni generazione e estrazione sociale a gridare OXI, consapevoli dell’importanza di questi giorni e della decisione di domenica. Speriamo siano stati abbastanza e che lo siano soprattutto al referendum.

OXI

Photojournalism…in English

Preamble:

Well, here my first notes in English. As you know, this is not my mother tongue nor the language I am most confident with. But I´ll try to translate (and to adapt and to reduce it a bit) my last Italian post, hopefully slightly better than google translator would do. So here we go…

Fallacy ad hominem

It is already clear and evident, that Yanis Varoufakis became recently one of the most recognizable, polarizing and with a strong impact in the world of the medias. Even this photo studio, maybe this is the one he uses to go for passport photos…

Few days ago, responding on a joke of a friend of mine about the actual situation in Greece and about the state of the negotiations between Greece and the Institutions, I was writing that “it seems to be a kind of armwrestling (between unequal contenders) enriched with mystification and discredit for the interlocutors who were democratically elected …”

Well, I wrote it straight off, but I kept thinking about it and I thought that what we are seeing, already since the day of the victory of SYRIZA on January 25th, is nothing but a typical case of ad hominem fallacy. In order to avoid to dicuss and accept the theories, the proposals or the ideas of someone, the best way is discrediting the person who is saying them, charging him for something which doesn´t have any correlation with his arguments or statements. The character and some other circumstances of this person are used to reject and to refuse even to think about what he is saying.

Example:

A supports the thesis B.

C, D, E attack  A as person (accusing or charghing him something which is not regarding his thesis).

Therefore the thesis B is invalid and does not even deserve attention because without authority.

This is what I think is happening with the Greek Finance Minister, Yanis Varoufakis, but also – extended – to the government of Alexis Tsipras.

And these ad hominem attacks to Varoufakis come from several european fronts.

A couple of recent examples, quoting by memory: 1) the question of his/their tieless dress style 2) the fact that it is an expert in the Games Theory and has worked for a videogames company (from Italy -starting from the Italian Finance Minister-  and other countries), 3) the photo story of Paris Match (France, later everywhere), 4) the question of the middle finger at a conference in Zagreb in 2013 (started from Germany, during a talk show considered as one of the most reliable, sigh ..)

So firstly he is painted as an eccentric (no tie, weird shirts, biker), then they started digging into the private life.

Where he was working? Online games? but the crisis is real, not a game!! And as we all know, the Game Theory ia a theory good for getting some Oscars …

Later on, who is his wife? How looks his private life? Typical radical-chic! he in stunning house with view of the Parthenon (which you can probably see from almost 50 percent of the top floors of every Athenian building),drinking white wine, playing piano etc.

But no one is trying to read nor to listen to what he is writing and saying for years (f.i. from his blog: http://yanisvaroufakis.eu/2015/03/15/presenting-an-agenda-for-europe-at-ambrosetti-lake-como-14th-march-2015/)

Another striking example is perhaps the most current and most debated in the last hour: did the Greek Finance Minister, Yanis Varoufakis, showed his middle finger to Germany?

Let us see the possible answers:

a) yes

b) no

c) the question is wrong. The Finance Minister Varoufakis never showed his middle finger to Germany.

Now I do not know if he did or not. Seeing the video uploaded (I suppose) by the Subversive Festival in Zagreb, apparently he did. But 1) was not minister at the time, and 2) he rightly says that the video, as shown in the talk show, was manipulated (he uses “doctored”),the video was edited and broadcastet out of context in a tendentious way, as what he was saying seems to refer to the actual situation, when in fact it was in 2013 he was talking there and what he was saying was part of a large explanation about what happened in 2010, as the Troika enters “heroically” the scenes…

https://youtu.be/MEUWxNifJJ8?t=37m9s


What I do not understand is, if he really did it, why Varoufakis says he never made such a gesture (http://spon.de/vgI2l), when he might have done it, but to be honest it is even hard to hear what is saying in English, as the dubbing is very loud.

In any case this diatribe is sterile and even harmful, and is part of those attack ad hominem. Varoufakis however seems to make the mistake of denying it categorically (admitted however that he indeed made the gesture above).

Certainly it is not easy for him to deal with the many and repeated attempts to discredit. I would consider it just an understandable faux pas (I would even say justifiable), since the things he is saying about the crisisi for years now have always been and still are well focused and coherent.

Exactly what it is supposed to be discredited!

Not being able to deny or reject what Varoufakis is saying and repeating constantly for a long time, then the only thing which could help is to discredit the person who is argumenting those facts (in short, the crisis), commenting and analyzing them and eventually offering a real alternative solution to solve or at least to face the actual huge humanitarian crisis. The intent is primarily to get rid of a competent thinking and not accommodating person. On the other hand this strategy affects in an extended way the government Tsipras in toto.


As the false argument (fallacy)
ad hominem used in rhetoric,  the focus of the “critics” is now put on the person trying to make him ridiculous, to discredit his authoritativeness (recognized as an economist) and his authority (as minister in charge) and especially trying drifting the attention away from the arguments, the statements and the proposals he presented (precise, clear and alternative).

The next step is to give voice to rumors the media themselves have created “according to media reports” (… brilliant …) as f.i. that the Greek Prime Minister Tsipras is thinking of replacing Varoufakis … So let´s say the newspaper X start it “according to media reports” the magazin Y refers to it, the weekly paper Z quote Y and X and so on and on…

I do not know if it will happen, and if there will be a substitution of the Finance Minister, but I don´t think; anyway still we have a clear attempt to interference directly with the greek government by foreign media using their mediatic power.


Now it is not my intention to defend Varoufakis as a person, but only to observe how and what kind of measures the mass media are using in order to hinder his work as Finance Minister and again, in toto, trying to hinder the work of a left government, democratically elected, with the clear mandate from his people to try to stop the current humanitarian crisis finally using alternative measures to those which generate and let the humanitarian crisis explode…

Yanis Varoufakis, being the part of the government more exposed (together with Tsipras) to the media, for its part naively fell into the trap of those media, f.i. giving too many interviews (some even grottesque, see f.i. Paris Match > well, he even apoligized for that!) and committing definitely errors, but errors we might
still consider venial, anyway not related to the Finance Ministry.

And we shall remember that finally we have a finance minister who is also an economist and who dedicated a big part of his last work and researches on this specific topic (just to compare Schäuble, remember, is a lawyer...and Iudex non calculat) that proposes new ideas (or diverging from those present) and alternative …
Saying this, I´m not saying Varoufakis is the men sent on earth by god in order to solve all the world´s problems. Far away from it.
I´m only saying and hoping, that Varoufakis, and generally speaking the Greek Government, will be allowed to pursue their strategy. And the impression is, that this exactly what scares the most. But worse then what the Trojka already caused, could only happen if the Trojka would still allowed to go on with his blind, market-driven, undemocratic and cyinical strategy.
Anyway, this is just my opinion. Let’s see how the situation will evolve…